ERNESTO DE ANGELIS
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Come costruire una tammorra in scala presepiale
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La costruzione di una "Tammorra" Sorrentina 




Rientrando questo aspetto del "presepismo" nella categoria "accessori", e quindi di interesse alquanto limitato, ovviamente è limitato anche il tempo a nostra disposizione. Questo è, da sempre, il destino delle minoranze! E quindi dobbiamo accontentarci, e cercare di realizzare comunque uno strumento musicale, anche se semplice, con il tempo e l'attrezzatura a disposizione. Uno strumento di realizzazione poco complessa ma di grande effetto se realizzato avendo cura dei particolari, (e che comunque comporta l'acquisizione della tecnica di piegatura del legno che è alla base della costruzione di tutti gli strumenti a corda), è la "tammorra sorrentina". Accanto al tamburello, di circa 40 cm e con fascia alta, vi era la tammorra, di circa 60 cm e fascia bassa, che era, nel '700, la più popolare per i toni gravi emessi. 


         Per la sua realizzazione si parte quindi da un listello di legno di noce da modellismo di 1 cm di altezza (12 mm per il tamburello), e di circa 30 cm di lunghezza. Dopo aver disegnato su carta millimetrata l'esatto posizionamento dei fori per l'inserimento dei cembali, quello per la "maniglia", e quello di eventuali fori di abbellimento o per l'inerzione di campanellini, si procede a riportare tali distanze sul listello di legno con l'aiuto di un pennarello indelebile a punta fine (foto1). 

Le parti terminali del listello, per una lunghezza di 1 cm, vengono sgusciate a "becco di clarino" ed in senso inverso per permettere un incollaggio delle due estremità senza che vi sia una variazione di spessore in tale zona che comporterebbe una possibile deformazione della tammorra, quindi si procede alla piegatura a caldo (foto 2). 

Useremo per lo scopo un "ferro piegafasce" per strumenti ad arco o anche un banalissimo saldatore. Probabilmente, un "piegalistelli" di quelli usati per l'hobbistica va più che bene, ma io non ho esperienza con questo attrezzo, quindi raggiungerò lo stesso scopo con un attrezzo a me più familiare. Portato il ferro alla temperatura voluta (l'attrezzo è dotato di termostato), ovvero quella capace di piegare il listello in questione senza bruciarlo, si mette a bagno nell'acqua il listello per alcuni minuti, quindi si fa sgocciolare l'eccesso di acqua e si forza contro una delle curve più acute del ferro caldo con l'ausilio di un guanto, dopo aver interposto tra la mano ed il listello un lamierino di alluminio. In questo modo il listello si piegherà senza problemi e potremo dargli facilmente una curva a 360 gradi ed incollare le due estremità con l'aiuto di un morsetto (foto3-4). 


La stessa curva verrà data ad un altro listello di noce di 2x1mm che servirà da "controfascia". Se vi saranno delle imperfezioni nella curva del listello, queste possono essere facilmente corrette ribagnando il listello e forzandolo intorno ad una bottiglia ove verrà bloccato con un elastico a fascetta per almeno 24 ore. Una volta liberato dal collo di bottiglia, vengono incollate le due estremità del listello già sgusciate a becco di clarino con l'ausilio di un morsetto e, una volta che la colla sia asciutta, si incolla, a quello che dovrà diventare il bordo superiore, il listello di "controfascia" per aumentare lo spessore della superficie di incollaggio alla membrana con l'aiuto di nastro adesivo o morsetti (foto5). 

                                                                                                                       
Una volta ben asciutta la colla, si procede alla spianatura della faccia superiore passando questa su della carta vetrata sottile distesa su una superficie piana, fino a che listello e controfascia non formino una superficie unica. Si procede quindi alla foratura. Per la "maniglia" si userà una punta da 5 mm, una da 4 mm per i fori dei cembali, ed una di 3 mm per gli eventuali fori di abbellimento. 
E' meglio usare "punte per legno". 
Queste, a differenza delle punte per forare metalli, che sono a punta conica, sono a punta piatta ma hanno, al centro della superficie di taglio, una piccolissima punta conica che serve a mantenere il punto di foratura in modo stabile, ovvero, la punta non può deviare durante la sua corsa. 
Con una matita si segna la linea di mezzeria in modo che i fori capitino esattamente al centro del listello e si comincia a forare l'inizio e la fine delle "finestre" (foto6), quindi si fanno dei fori intermedi, abbastanza ravvicinati in modo da poter poi con un taglierino eliminare i diaframmi di separazione e rettificare le superfici con una limetta e poi con cartavetro (foto7-8). 
Dopo la rettifica dei fori si passa una mano di "turapori" e quando la vernice è perfettamente asciutta (2-4 ore) si rettificano nuovamente i fori e si levigano perbene con carta abrasiva o retina metallica le superfici. 







          A questo punto si può procedere alla finitura. Avendo usato un listello di noce, che è un legno scuro di aspetto molto gradevole, la finitura può essere ottenuta passando una semplice mano di vernice trasparente lucida. Se invece si desidera ottenere un aspetto più ricercato della tammorra, si può verniciarla con colori, preferenzialmente acrilici perché opachi quando secchi, dando sfogo al proprio estro creativo per la scelta dei colori e per eventuali bordature di abbellimento. 

          Quando la vernice sarà ben asciutta si può procedere all'applicazione della membrana. Un ritaglio di "pelle di capra", residuo della preparazione di vere tammorre, un po' inumidito e ben disteso con l'aiuto di chiodini su una tavoletta di compensato da 10 mm è la soluzione ottimale. Dopo aver passato uno strato sottile di colla sul bordo predisposto della tammorra, si poggia questa sulla pelle di capra e si mette il tutto in pressione con l'aiuto di morsetti sovrapponendo un secondo listello di compensato da 10mm, in pratica formando quello che si usa chiamare "un sandwich" che ha all'interno la nostra tammorra. In mancanza di pelle di capra, anche della carta pergamena (acquistabile in ogni cartoleria) può fare allo scopo. (foto9) Dopo 24 ore si tolgono i morsetti, si rifila il bordo eccedente della pelle o della pergamena e si può, volendo, procedere a dipingerne la superficie con scene di vita napoletana (pratica comune nel '700). 
          L'ultima fase della costruzione comporta la realizzazione dei "cembali" ed il loro alloggiamento nei fori predisposti del listello. I cembali possono essere ritagliati, con l'ausilio di un paio di forbici, da un normale lamierino di ferro sottile (quello che può essere ricavato dalle lattine di conserve è il più adatto allo scopo e quello che viene ancora oggi usato per le tammorre popolari odierne). Una volta forati al centro, i cembali vengono sistemati in coppia nei fori e tenuti in posizione con un sottile fil di ferro. L'ultima figura illustra il risultato finale. 



Tammorra

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